Cos’è la solitudine e perché ci fa soffrire?
La solitudine è il lato oscuro che accompagna la nostra esistenza. Come un’ombra che ci segue ovunque, è un’esperienza universale che tocca tutti: giovani e anziani, ricchi e poveri, persone comuni e personaggi famosi. Ma perché la solitudine fa così paura e ci fa soffrire? Per molti, è una condizione da evitare perché associata all’angoscia, alla paura dell’abbandono e al senso di vuoto.
Alcuni scelgono la solitudine come momento di riflessione e crescita personale, vedendola come un’opportunità. Tuttavia, per la maggior parte delle persone, essa è una condizione subita, una sensazione soggettiva che si manifesta quando ci si sente ignorati, rifiutati o poco importanti per gli altri.
Trattandosi di uno stato d’animo frutto di una percezione soggettiva, è paradossalmente possibile sperimentarla anche in mezzo ad una folla oppure anche quando si è circondati da persone che ci vogliono bene e ci stimano.
Rispetto ad altri disagi, come ansia e depressione, la solitudine è un problema moderno: prima dell’ottocento pare che nessun occidentale soffrisse di quella che oggi costituisce un fenomeno in continuo aumento.
La solitudine: una tappa fondamentale per diventare adulti
La solitudine non è sempre negativa. È, infatti, una parte essenziale della crescita personale e della formazione della personalità adulta. Durante il passaggio dall’infanzia all’età adulta, l’individuo si separa dai genitori per riconoscersi come autonomo e indipendente.
Questo processo di separazione richiede la necessità di sperimentare la solitudine, come un passaggio necessario al riconoscimento di se stessi come individui adulti, per sviluppare la capacità di sostenersi emotivamente e affrontare le sfide della vita. Il proprio rapporto con la solitudine rappresenta la cartina tornasole della relazione che l’individuo ha con il proprio essere adulto . Chi trova un equilibrio tra il bisogno di connessione con gli altri e il bisogno di autonomia personale vive la solitudine in modo più sano.
Quando la solitudine diventa sofferenza
In alcuni casi, la solitudine può trasformarsi in una condizione insostenibile, causando angoscia e dipendenza emotiva dagli altri. L’iper-protezione familiare così come la trascuratezza dei propri bisogni fisici ed emotivi da parte dei genitori, in genere ostacolano lo sviluppo dell’autonomia e costituiscono un fattore di rischio per la formazione di personalità dipendenti.
Questi individui, incapaci di gestire le sfide della vita da soli e di assumersi qualsiasi responsabilità decisionale, tendono a instaurare relazioni di co-dipendenza, spesso tossiche. In queste dinamiche, il partner o i familiari diventano figure indispensabili per evitare il senso di vuoto. Anche quando il legame è riconosciuto come malsano, l’alternativa – affrontare la solitudine – è percepita come insostenibile. Si finisce così per stare insieme più per paura che per amore.
La solitudine diventa sofferta anche quando, nonostante la presenza degli altri, non sia possibile soddisfare nella relazione con l’altro il bisogno di intimità e di contatto profondo. Solitudine che spesso viene messa a tacere attraverso l’iperconnessione tecnologica o un’ipersocialità che, in quanto fughe dalla solitudine, finiscono per far sentire ancora più soli.
Come rompere il circolo vizioso della solitudine
La solitudine, se non affrontata, può portare non solo a relazioni disfunzionali, ma anche a quadri clinici severi che dall’isolamento possono condurre al completo ritiro dalla società. Anche senza raggiungere questi quadri estremi, la solitudine sofferta è uno dei temi che più di frequente viene portato in terapia. La relazione terapeutica ha di fatto come principale intento quello di far sentire la persona meno sola di fronte alla propria sofferenza. Tutte le terapie psicologiche si occupano pertanto della sensazione di solitudine.
Se nessuno può bastare a se stesso, saper di poter contare su di sé rappresenta il principale antidoto alla solitudine e alla dipendenza dagli altri. Imparare a stare nel dolore e ad attraversalo come parte integrante delle nostre vite, che ci accomuna agli altri rendendoci esseri umani, è l’unica via per cessare di soffrire e forse per sentirci meno soli di fronte alle prove della vita.
Conclusioni: la solitudine come opportunità di crescita
La solitudine è un’esperienza universale che ci mette a confronto con noi stessi e ci accomuna agli altri. Imparare a viverla senza temerla è fondamentale per costruire relazioni autentiche e sviluppare un equilibrio tra autonomia e connessione. Riconoscere che la solitudine non è solo sofferenza, ma anche un’occasione di crescita, può cambiare profondamente il nostro rapporto con essa.
Ti senti sopraffatto dalla solitudine? Se hai difficoltà a gestire questa sensazione, iniziare un percorso di psicoterapia potrebbe essere la soluzione. Desidero aiutarti a comprendere meglio le tue emozioni e a trasformare la solitudine in una risorsa. Non aspettare oltre: prendersi cura della propria salute mentale è il primo passo verso un cambiamento positivo.
