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Disturbi d’ansia, sintomi e rimedi

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Il termine “ansia” è forse il più abusato in ambito psicologico e viene utilizzato per fare riferimento ad emozioni e sensazioni che sono solo apparentemente simili tra loro. La parola “ansia” per una persona può indicare uno stato generico di preoccupazione oppure di angoscia, per un’altra può essere un sinonimo di “stress”, per un’altra ancora è associata alle sensazioni di paura oppure di panico. Sotto il termine ansia si possono pertanto nascondere sintomi e sensazioni differenti che, a seconda del proprio abituale modo di percepire e reagire alla realtà, possono richiedere soluzioni terapeutiche diverse.

Qualsiasi sia l’origine dell’ansia, una cosa è certa: rappresenta un segnale da non sottovalutare e che ha qualcosa da insegnarci. Chi ha vissuto e superato un periodo d’ansia lo descrive come una tappa che si è rivelata necessaria per proseguire nel cammino della propria evoluzione personale grazie al quale ha modificato il rapporto con la vita, con se stesso e con gli altri. L’ansia è a tutti gli effetti un piccolo manuale sull’altruismo e una porta di accesso al nostro vero sé.

Come si riconosce un disturbo d’ansia

L’ansia si esprime attraverso una serie di fastidiosi sintomi psico-fisici, i più ricorrenti sono:

  • agitazione costante accompagnata da tachicardia,
  • difficoltà respiratorie,
  • tensione, vertigini, formicolii,
  • aumento della temperatura interna.

A tutto questo si associano frequentemente:

  • senso di confusione,
  • difficoltà di concentrazione,
  • senso di estraneazione rispetto a se stessi (depersonalizzazione) e alla realtà (derealizzazione),
  • stanchezza e facile fatigabilità.

Paura e ansia sono sinonimi?

No, paura e ansia non sono sinonimi. La paura è un’emozione che si manifesta in presenza di una minaccia concreta e che ci consente di fronteggiare il pericolo, mentre l’ansia è una reazione di paura eccessiva di fronte ad un pericolo che può essere anche solo immaginato. Alle volte l’ansia è prevedibile perché associata a situazioni o oggetti specifici, spesso però la sintomatologia ansiosa si presenta in modo del tutto imprevisto e inaspettato cogliendo la persona di sorpresa anche nei momenti di calma e relax.

La reazione ansiosa può presentarsi al suo apice sotto forma di attacco di panico, un tilt psicofisico caratterizzato prevalentemente dalla percezione di perdita di controllo oppure dalla percezione di morte imminente. La persona può temere di perdere il controllo del proprio corpo (ad esempio quando teme di svenire) o delle proprie facoltà mentali (ad esempio quando ha paura di impazzire).

Lo stato ansioso è una scelta?

Il principale luogo comune sull’ansia è che la persona possa scegliere di non sentirsi in ansia. E’ vero il contrario, la persona non può scegliere in maniera consapevole se essere o meno in ansia ma è vittima di automatismi mentali spesso inconsapevoli e di una tensione fisica che mantengono il suo sistema nervoso in costante allerta.

L’ansia può essere affrontata solo da protagonisti: qualsiasi tentativo di demandare a qualcuno o a qualcosa la responsabilità di farci uscire dall’ansia non funziona e, con il passare del tempo, aumenta la sensazione di insicurezza e di sfiducia nelle proprie capacità.

Se prevale la vergogna, la persona non è tanto preoccupata di poter sentirsi male o di morire quanto più di fare brutta figura in presenza degli altri. Per molte persone è il giudizio esterno la propria principale fonte d’ansia, mentre per altre il giudice più implacabile è quello interiore. Ecco allora che il solo fatto di sentirsi a disagio con se stessi, gli altri o in determinate situazioni diventa qualcosa di cui la persona si condanna giudicandosi non all’altezza o inadeguata.

Ansia, angoscia, rabbia. Sono la stessa cosa?

Spesso l’ansia viene confusa con uno stato d’angoscia, da cui però si differenzia, perché mentre l’ansioso combatte pensando di poter rimuovere l’ostacolo fonte di sofferenza, la persona angosciata si sente condannata a subire una condizione dalla quale non ha alcuna possibilità di scampo. L’angoscia si manifesta pertanto come uno stato di oppressione o di soffocamento costante che poco a poco logora e toglie forza ed energia vitale. In tal caso il rischio è quello di andare incontro ad un atteggiamento rinunciatario che può condurre ad un disturbo di tipo depressivo.

In numerosi casi l’ansia nasconde una forte rabbia repressa che la persona non si concede di provare e che viene scambiata per ansia quando in realtà è frustrazione o rabbia per un torto, un’offesa o un’ingiustizia che la persona sente di aver subito e non ha affrontato. In situazioni come questa è importante pertanto lavorare con la rabbia più che con la paura.

La terapia strategica per curare i disturbi d’ansia

Se pensi di soffrire d’ansia, la terapia strategica può venirti in aiuto perché ti consente di guardare da vicino la tua paura, di capire come funziona e che messaggio ha per te così da poterla affrontare in modo nuovo. Per uscire dall’ansia è necessario paradossalmente entrarci, prendere atto che esiste e che ti impedisce di esprimere te stesso riuscendo un passo alla volta a renderla una tua alleata.

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