333 3174723

“È sufficiente guardarsi intorno per accorgersi di come l’umanità si stia scindendo tra costruttori di futuro e persone impaurite. Ed è il momento di scegliere se stare con gli uni o con le altre”. Igor Sibaldi

L’epidemia in corso ci sta facendo fare i conti con il timore della morte che accompagna l’uomo fin dalla notte dei tempi. La morte spaventa l’uomo a tal punto da metterlo in difficoltà anche solo nominandola. Se fino a questo momento potevamo far finta che la morte non esistesse, in quest’ultimo periodo abbiamo dovuto fare brutalmente i conti con la fragilità della vita e con il nostro senso di impotenza.

Le nostre vite sono state messe a dura prova da un pericolo nuovo, invisibile e non ben definito, che ci ha fatto sentire ugualmente vulnerabili e impotenti, senza distinzioni di cultura, razza o classe sociale. Stiamo attraversando un profondo cambiamento del nostro stile di vita e del nostro modo di rapportarci agli altri, di cui ancora ignoriamo le conseguenze a lungo termine. Di colpo siamo ripiombati nel Medioevo, all’epoca della peste, degli untori e dell’isolamento forzato. Abbiamo fatto i conti con i limiti della scienza moderna che non riesce tuttora a darci risposte rassicuranti e siamo in attesa di un vaccino che non sappiamo se risolverà definitivamente il problema o arricchirà esclusivamente le case farmaceutiche.

“L’angoscia è caratterizzata dal fatto che non c’è un oggetto determinato di cui avere paura” U. Galimberti

La natura ci ha dotati della paura per fronteggiare i pericoli e sopravvivere, ma di fronte a ciò che non può essere con certezza scongiurato perché non ben definibile, ha lasciato il posto a uno stato di angoscia collettivo e generalizzato.

Avere paura è naturale e se vogliamo, entro un certo limite, la paura ci permette di essere più vigili e più reattivi di fronte a un pericolo. In questo momento è però l’angoscia che ha preso il sopravvento sulla popolazione, perché la maggior parte di noi non ha paura, come ci suggerisce anche il filosofo Umberto Galimberti, ma è come se brancolasse nel buio senza punti di riferimento sicuri a cui aggrapparsi.

L’angoscia è attualmente lo stato d’animo più diffuso che ha colpito quasi tutti indistintamente, anche chi inizialmente aveva minimizzato la portata del contagio. Con il termine angoscia si intende una paura di ordine superiore che si manifesta con senso di oppressione, di impotenza e di condanna di fronte a una situazione dai contorni non ben definiti. Simile all’ansia con la quale in genere viene scambiata, dal punto di vista fisico l’angoscia si manifesta prevalentemente con la sensazione costante di peso al petto, affanno, gola che stringe e mancanza d’aria come se la persona indossasse uno stretto corsetto che le impedisse di respirare.

Secondo Giorgio Nardone, l’angoscia può esprimersi in varie forme, a seconda delle proprie caratteristiche individuali, e non è detto che dia sempre origine a un disturbo depressivo, post-traumatico o ad altri comportamenti psicopatologici. Particolarmente a rischio sono le persone già fragili psicologicamente o che in questo momento stanno vivendo una situazione di costante stress emozionale, come i medici, gli operatori sanitari o i familiari di persone ricoverate in terapia intensiva o che sono morte per le gravi conseguenze di questa malattia.

Se sei tra coloro che – pur non trovandoti in uno stato di angoscia particolarmente intenso – senti comunque il senso di preoccupazione associato a questo particolare momento cosa puoi fare?

La scelta in questo momento, come dice Igor Sibaldi, è tra paura (angoscia) e meraviglia.

Ti suggerisco 5 strategie per imparare a meravigliarti anziché continuare ad angosciarti. Ti saranno utili anche dopo la fine della quarantena.

  1. Vivi alla giornata. Evita di fare programmi a lungo termine, ma vivi giorno per giorno, concentrandoti sul presente, su ciò che c’è. “Ad ogni giorno basta la sua pena” recita il Vangelo. Questo dovrebbe diventare il tuo mantra quotidiano. È il momento di dedicarti alle cose che avresti sempre voluto fare e che, per mancanza di tempo, hai rimandato. Potresti accorgerti di essere in grado di pensare, scoprire e fare più cose di quelle che avresti immaginato. Cerca di rendere ogni singolo giorno il migliore possibile. Approfitta di questo momento di “sospensione” per riscoprire ciò che conta realmente nella tua vita e ristabilire le tue priorità.

 

  1. Segui una routine giornaliera ma lascia anche dei momenti vuoti per improvvisare. Può esserti molto utile pianificare alcune attività piacevoli per spezzare la giornata (in particolare se stai lavorando da casa). Puoi iniziare la giornata con un’attività piacevole e che ti mette di buon umore, ad esempio puoi seguire delle classi di yoga o pilates online, leggere qualche pagina di un libro che ti piace mentre sorseggi il tuo tè preferito o anche scrivere alcune righe sul tuo “diario della quarantena”. Programma momenti di questo tipo, ma concediti anche dei momenti vuoti per lasciare spazio all’improvvisazione e alla creatività.

 

  1. Evita di parlare esclusivamente del virus. L’angoscia quando viene socializzata si amplifica e inquina l’atmosfera relazionale perciò evita di farti contagiare e spaventare dalle opinioni degli altri, non fa bene a te e nuoce anche a chi ti circonda. È stato dimostrato che vivere nella paura e nell’angoscia abbassa le difese immunitarie. Pensa che più parli del virus, più lo nomini e più contribuisci alla sua diffusione. Il virus trova terreno fertile nelle persone spaventate e con le difese immunitarie a terra. Piuttosto scegli una persona di cui ti fidi ed eleggila a tuo confidente, può essere un tuo amico o un familiare (meglio se non convivente), e fai questo patto: d’ora in avanti tutte le volte in cui ci sentiremo ci prendiamo 10-15 minuti a testa per parlare di ciò che ci spaventa, dopodiché parliamo d’altro. In questo momento potresti meravigliarti di come nuove amicizie possano nascere o rafforzarsi mentre altre allontanarsi e sparire.

 

  1. Proteggiti dal bombardamento mediatico. Dedica uno spazio limitato alla ricerca di informazioni sul virus, confinandola in un momento specifico della giornata per non farti contagiare da quella che è stata definita “infodemia” ovvero epidemia di informazioni. Può trattarsi di un’ora dedicata alla ricerca di informazioni tutte le mattine o tutte le sere, evitando nel resto del tempo di andare a caccia di notizie, bollettini e opinioni (anche tra i tuoi amici di WhatsApp). Evita soprattutto le notizie allarmanti e fai affidamento esclusivamente ai canali di informazione ufficiali o affidabili. Cerca di tenere chiusa la televisione e di non avere sempre lo Smartphone a portata di mano, potresti meravigliarti di quante altre cose piacevoli e interessanti potresti fare nel frattempo.

 

  1. Se sei particolarmente preoccupato e non riesci a pensare ad altro, concediti di far fluire l’angoscia dandole uno spazio specifico all’interno della giornata. Creati il tuo “muro del pianto” privato, così come mi piace chiamarlo. Tutti i giorni prima o dopo pranzo, potresti ritirarti in una stanza tranquilla dove nessuno ti può disturbare, metterti comodo e lasciar emergere tutte le tue preoccupazioni, paure e angosce. Se hai bisogno di piangere, piangi. Se senti che vorresti urlare, fallo. Quando pensi di aver tirato fuori tutto quello che avevi dentro, vai a lavarti il viso e torna alla tua giornata. Potrai tornare al tuo personale “muro del pianto” tutti i giorni finché ne avrai il bisogno. Piuttosto che sforzarti di non pensare a ciò che ti preoccupa, potresti meravigliarti di scoprire che se lasci andare le tue preoccupazioni dando loro uno spazio per emergere, poi ti sentirai più libero nel corso della giornata.

 

Mi auguro che questi suggerimenti e riflessioni, che sono il frutto di una giornata di aggiornamento con i colleghi del Centro di Terapia Strategica sul tema del Coronavirus, ti siano d’aiuto per affrontare questo momento. Se pensi di aver bisogno di un aiuto più mirato per la tua specifica situazione, puoi contattarmi direttamente al numero 333 3174723 o scrivermi una mail: annalisa.poiana@gmail.com.