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Che cos’è l’ansia?

Il termine “ansia” è forse il più abusato in ambito psicologico e viene utilizzato per fare riferimento ad emozioni e sensazioni che sono solo apparentemente simili tra loro. La parola “ansia” per una persona può indicare uno stato generico di preoccupazione oppure di angoscia, per un’altra può essere un sinonimo di “stress”, per un’altra ancora è associata alle sensazioni di paura oppure di panico.

Ma che cos’è questa ansia di cui si parla tanto?
L’ansia è uno stato di preoccupazione eccessiva, irrequietezza e irritabilità, spesso irragionevole, cui molto presto si accompagnano stanchezza e facile affaticamento. In passato si parlava di “esaurimento nervoso” perché lo stato di tensione ed ipervigilanza protratto nel tempo si fa talmente pesante da costringere la persona ad un inevitabile ritiro in se stessa, alla rinuncia dei propri interessi e delle relazioni con i propri simili.

La persona in ansia si sente costantemente sotto minaccia, ma non sa esprimere che cosa realmente prova perché i sintomi sono vaghi, non localizzati e non giustificabili da una situazione esterna. Se la paura si manifesta in presenza di una situazione o di un oggetto specifico, al contrario l’ansia è una reazione psico-fisiologica aspecifica i cui sintomi possono essere sia psicologici che fisici.

Sintomi dell’ansia

Nei casi di “ansia generalizzata” i sintomi possono essere:

  • psicologici: senso di tensione e di minaccia, ipervigilanza, ipersensibilità sensoriale (vista, udito, tatto, olfatto, gusto, senso dell’equilibrio sono iperstimolati), irrequietezza, sensazione di essere “sul filo del rasoio” o “sul punto di scoppiare”, tendenza a rispondere in maniera esagerata agli eventi e ad interpretare qualsiasi sensazione come ansiogena.
  • fisici: tachicardia, pressione alta, aumento della temperatura corporea, sensazione di blocco o peso sullo stomaco, aumento della frequenza respiratoria.

Disturbi d’ansia, sintomi e rimedi >

Quello che non si dice sull’ansia

Il principale luogo comune sull’ansia è che la persona possa scegliere di non sentirsi in ansia. Quello che in genere non si dice è che la persona non sceglie in maniera consapevole di sentirsi ansia, ma è vittima di automatismi mentali spesso inconsapevoli e di una tensione fisica che mantengono il suo sistema nervoso in costante allerta.

Se l’ansioso non può scegliere di sentirsi o meno in ansia è però il principale responsabile nella ricerca della via d’uscita da questa sofferenza. L’ansia può essere affrontata solo da protagonisti: qualsiasi tentativo di demandare a qualcuno o a qualcosa la responsabilità di farci uscire dall’ansia non funziona e, con il passare del tempo, aumenta la sensazione di insicurezza e di sfiducia nelle proprie capacità.

L’ansioso non è umile

Forse non tutti sanno che il principale antidoto contro l’ansia è coltivare un atteggiamento umile. L’umiltà e l’ansia non possono infatti coesistere: chi è umile non è in ansia e chi è in ansia non è umile. L’umiltà non va confusa con la modestia, ma è la qualità di chi riconosce i propri limiti senza sentirsi inferiore agli altri ed è consapevole delle proprie virtù senza ritenersi per questo superiore. L’ansioso non è umile quando crede di doversi assumere tutto il peso di indirizzare la propria esistenza per il soddisfacimento dei propri progetti o crede di dover proteggersi da tutti i possibili pericoli. L’ansioso è concentrato sui suoi bisogni, l’umile è “disinteressato” a se stesso e relativizza le proprie necessità perché non si sente il padrone della propria vita ma al suo servizio.

L’ansia può essere necessaria

Se viene vissuta come un’esperienza di crescita personale anche l’ansia ha qualcosa da insegnarci. Chi ha vissuto e superato un periodo d’ansia lo descrive come una tappa che si è rivelata necessaria per proseguire nel cammino della propria evoluzione personale grazie al quale ha modificato il rapporto con la vita, con se stesso e con gli altri. L’ansia è a tutti gli effetti un piccolo manuale sull’altruismo e una porta di accesso al nostro vero sé.

Per uscire dall’ansia è necessario paradossalmente entrarci

prendere atto che esiste e che impedisce di esprimere completamente se stessi. L’ansia è un messaggio proveniente dal proprio sistema corpo-mente che ha la funzione di guidarci verso una qualità di vita migliore, a patto che non cerchiamo di combatterla o di controllarla. Se non ci opponiamo, l’ansia fluisce. Se accettiamo la sua presenza senza giudicarla o giudicarci, diventa una sensazione molto più gestibile. Se tentiamo di controllarla finiamo per perderne il controllo.

Anche le persone più sicure di sé provano ansia

perché l’ansia è una reazione umana. La differenza tra la persona ordinaria e la persona che ha fiducia in se stessa sta nell’uso che viene fatto dell’ansia. La persona sicura di sé vince l’ansia senza combatterla, ma continuando a fare tutto ciò che la vita le propone la trasforma in un’alleata della sua crescita personale. La persona ordinaria di fronte all’ansia si blocca e rinuncia ad agire, ma in questo modo condanna se stessa a vivere in uno stato di perenne paura senza via d’uscita.

Bisognerebbe essere grati anche alla propria ansia, perché il suo incontro è un’occasione per tornare in contatto con se stessi.