“A volte mangiamo solo per mascherare la nostra sofferenza interiore. La consapevolezza della propria sofferenza ha invece un ruolo importantissimo perché contribuisce alla nostra crescita e trasformazione e genera in noi la compassione.” Tich Nhat Hanh

 L’alimentazione emotiva può essere definita come una risposta di difesa a una situazione emotivamente stressante attraverso un’alimentazione incontrollata ed eccessiva, in assenza di fame. Questo mancato controllo sul comportamento alimentare può essere seguito da sensi di colpa, di disgusto, ma anche di disprezzo, vergogna e rabbia verso se stessi.

Quando una condizione di stress da momentanea diventa duratura, come l’isolamento forzato che ci troviamo a vivere in queste settimane, non cambia solo il nostro umore ma, inevitabilmente, anche il nostro rapporto con il cibo che può essere utilizzato come mezzo di scarica delle tensioni emotive.

Preoccupazione e nervosismo ci inducono più facilmente a ricercare autogratificazione negli alimenti e a prediligere comfort food (cibi appaganti e saporiti ma anche molto calorici) allo scopo di placare ansia, frustrazione e angoscia. Lo stress determina una più elevata assunzione di cibi zuccherati e grassi nel tentativo di ristabilire una condizione di benessere e di migliorare il proprio umore. La mancanza di un impiego lavorativo stabile o di legami affettivi soddisfacenti sembra favorire l’assunzione di abitudini alimentari scorrette e il consumo in eccesso di cibo spazzatura.

Tra tutti, coloro che si impongo una posizione di dieta perenne sono i più esposti al rischio di entrare nel circolo vizioso della fame emotiva. La restrizione alimentare forzata o il digiuno per tentare di compensare gli eccessi dell’abbuffata promuovono il circolo senza fine dell’alimentazione emotiva in cui il tentativo estremo di controllo si trasforma nella completa perdita di controllo generando ancora più stress, frustrazione e sentimenti di autosvalutazione che spingono la persona a cercare nuova gratificazione proprio in ciò che sta tentando di evitare. È così che si finisce per mangiare sempre di più.

Uno dei pensieri fallimentari nella ricerca di un equilibrio con l’alimentazione è il pensiero “tutto o nulla” del tipo: “se mi concedo un pezzetto di quella cosa che mi piace tanto ne perderò completamente il controllo, per cui è meglio che la eviti del tutto”. Rinunciare a ciò che ci piace finisce però con il rendere quei cibi irresistibili e, in momenti emotivamente stressanti, a mangiarne in eccesso.

“Se non ti concedi ciò che ti piace, lo rendi irrinunciabile” (G.Nardone)

Come fare per interrompere il circolo vizioso della fame emotiva?

  1. Prendi consapevolezza di dove ti trovi in questo momento. Osserva per una settimana il modo in cui mangi e appunta ogni giorno le tue osservazioni su un quaderno.
  2. Inizia a chiederti: cosa manca nella mia vita? Di cosa ho realmente fame? Potrebbe essere che senti la mancanza di affetto o della vicinanza di persone a te care oppure che vorresti avere un lavoro più gratificante o più tempo da dedicare a te stessa o a te stesso. Non importa quanto cibo userai per tentare di riempire questi vuoti, non ti basterà mai perché il cibo non è la soluzione.
  3. Rallenta, calmati prima di ogni pasto. Solo quando riesci a rallentare e a goderti il momento in cui ti siedi a tavola, è possibile saziarti e sentirti appagato.
  4. Elimina le fonti di distrazione (cellulare, tv, computer) per prestare attenzione a ogni boccone. Presta attenzione a ciò che mangi e prendi coscienza di tutto il lavoro e l’energia che ci sono voluti per far arrivare quel cibo fino a te.
  5. Ascolta il tuo corpo piuttosto che focalizzarti sulle calorie o sulle tue preoccupazioni per sentire ciò di cui hai davvero bisogno in quel momento. Spesso ti accorgerai che mangi senza pensare a quello che stai portando alla bocca e che, anziché masticare cibo, mastichi preoccupazioni, paure, rabbia.
  6. Cucina e prepara la tavola mettendo tutto il tuo affetto e la tua cura per te e per le altre persone con cui condividerai il pasto: l’energia dell’amore e la gioia che regna in cucina passerà attraverso il cibo che cucini per te e per i tuoi familiari. Puoi coinvolgere i bambini nella preparazione di alcune tue ricette, sarà un modo per tenerli piacevolmente impegnati.
  7. Mangia stando seduto perché stare seduto ti ricorda che puoi fermarti, non devi correre da nessuna parte e non c’è alcun pericolo da cui scappare.
  8. Coltiva la compassione e la gratitudine anche a tavola pensando che tutto ciò che mangi è un miracolo e che sei davvero fortunato a poterne godere.
  9. Cerca di mangiare ai pasti solo ciò che ti piace veramente e, se ti ascolti senza giudicarti continuamente, un po’ alla volta scoprirai ciò di cui il tuo corpo ha davvero bisogno. Affidati alla saggezza del tuo organismo, la mente è il più delle volte un ostacolo nella ricerca di un equilibrio con l’alimentazione.
  10. Prenditi una piccola pausa alla conclusione del pasto: non precipitarti subito all’attività successiva, ma dedica un momento per provare gratitudine per il cibo che hai appena consumato e per le persone con cui lo hai condiviso.

Il periodo di quarantena può essere un’ottima occasione per scoprire o ritrovare un rapporto più equilibrato con l’alimentazione. Un supporto di tipo psicologico può esserti utile se ti sei accorto di utilizzare il cibo per regolare le tue emozioni finendo per mangiare in eccesso o abbuffarti.

La Terapia Breve Strategica si è dimostrata efficace nell’affrontare situazioni di lieve disagio con l’alimentazione fino a vere e proprie problematiche alimentari.

Per maggiori informazioni o per chiedere un appuntamento puoi scrivermi una mail al seguente indirizzo annalisa.poiana@gmail.com oppure chiamami al 333 3174723.

“La nostra vita e quella di tutte le specie sono interconnesse. Prendiamo consapevolezza di che cosa consumare o non consumare per preservare la salute del corpo, della mente e della Terra. Oggi la Terra ci chiede di essere consumatori consapevoli se vogliamo sopravvivere e prosperare come specie.”

 Tich Nhat Hanh